mercoledì 18 giugno 2008

Domenica sera in clinica...

...Prima o poi doveva succedere...dal Belgio stavano solo scommettendo su chi sarebbe stato il primo...e la coppia italo-belga Sara-Emmanuelle ha sbaragliato ogni concorrenza e si è aggiudicata il primo posto cedendo per prima!!!
Ebbene sì...abbiamo passato una settimana difficile. Forse abbiamo sottovalutato un po' troppo la situazione igienico-sanitaria del luogo, sopravvalutato la nostra resistenza fisica andando a mangiare anche in posti un po' poco probabili e ignorato spavaldamente il buon vecchio detto del viaggiatore saggio "evitare tutto ció che non si può cuocere, sbucciare o bollire".
E così i primi segni di cedimento li ho manifestati io, che con una finta noncuranza mercoledì pomeriggio ho annunciato: "Vado 10 minuti a letto che mi sento un po' stanca"...da lì mi sono rialzata solo dopo 3 giorni terribili di febbre alta, brividi, nausea e dolori di pancia tipo parto (o almeno credo!!)...A ruota mi ha seguito Emmanuelle, che un po' si stava burlando di me credendo di averla già passata liscia.
Visto che le cose per lei stavano andando un po' troppo per lunghe e che nella mia mente nonostante stessi meglio, continuava ad aleggiare (grazie ai racconti di altri cooperanti, leggende metropolitane, guide turistiche, ecc.) lo spettro di terribili malattie, domenica pomeriggio abbiamo deciso di andare in una delle tante cliniche che ci sono qui a S.ta Cruz per consultare un medico e sapere chi o cosa ci stava causando tutto ciò.
Ci siamo fatti consigliare una tra le "migliori" qui in zona...ma vi assicuro che l'impatto è stato abbastanza forte...non per le condizioni igieniche della struttura che in fin dei conti era anche abbastanza pulita e non cadeva a pezzi...ma perchè abbiamo visto da vicino come funziona qui il sistema sanitario.
Per farla breve, qui in Bolivia non esiste un servizio di assistenza gratuita vero e proprio...lo Stato tutela praticamente solo la popolazione infantile fino ai 5 anni e le madri durante il parto; per il resto ogni persona deve arrangiarsi. Chi è povero quindi la maggior parte delle volte non può fruire alle cure necessarie ed è costretto a rinunciare alla maggiorparte dei servizi sanitari.
Ci si affida quasi sempre a cliniche private (tanto anche in quelle pubbliche devi pagare e spesso il servizio è peggiore) e la cosa allucinante è che la prima cosa che ti dicono quando arrivi, anche se sei piegato in due dal male o sei disteso su una barella, è quanto costa il tipo di visita che devi fare e se non puoi pagare subito non ti prestano nessun soccorso...E anche una volta che ti hanno visitato ogni cosa è a carico del paziente e devi sperare che ci sia qualcuno che possa andare a comprare qualsiasi cosa richieda la tua cura: dalle siringhe, agli antibiotici, alla "farfallina" della flebo, al sangue per la trasfusione...
Una situazione un po' dura da capire e da accettare per noi, così lontana, fortunatamente (e lo dico un po' egoisticamente, lo so...), da quello a cui siamo abituati...E giusto per abbandonarmi un po' alla frasi fatte, qui davvero le persone sembrano dare un altro significato al tempo: l'importante è il presente ed è inutile preoccuparsi tanto per il futuro..la vita è così precaria!!!
Stavolta a noi è andata bene...da "attenti esami di laboratorio" risulta che non abbiamo contratto nessun virus o parassita strano...forse solo una piccola defaillance del nostro corpo che incomincia a prendere confidenza con l'ambiente circostante. Sicuramente quello che farò più fatica a "digerire e metabolizzare" è l'idea di una vita così incerta, dove le cose che a noi sembrano scontate e sembrano appartenerci per diritto, in realtà per altre persone in altri posti sono ancora una conquista, un obiettivo da raggiungere faticosamente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Sara sono la iaia... complimenti per il blog, d'ora in poi sarò una delle tue lettrici!
Mi raccomando in bocca al lupo..

baci, i